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IL MOTORE DI CLEM

Negli anni Settanta, l'inventore Richard Clem lavorava per la città di Dallas, Texas, azionando attrezzature pesanti, allorquando si accorse che un'asfaltatrice calda per la pavimentazione stradale continuava a funzionare per vari minuti dopo che il motore era stato spento.
Questo fenomeno stimolò la sua curiosità, e di conseguenza progettò e costruì un motore a sistema chiuso che a quanto risulta generava 350 HP e funzionava da sé.
Il motore pesava all'incirca 90 chilogrammi e utilizzava olio per cucinare a una temperatura di circa 150°C.
Clem installò il motore un un telaio di automobile modificato e percorse varie volte con la vettura la Central Expressway di Dallas, spingendosi a fare un viaggio sino a El Paso e ritorno.
All'epoca questa sensazionale scoperta ebbe l'onore delle cronache.
Il motore era costituito da un cono montato su un asse orizzontale (in seguito abbiamo scoperto che era verticale).
L'albero che sosteneva il cono era cavo e il cono aveva incise delle scanalature a spirale, che si avvolgevano attorno ad esso terminando alla sua base in forma di ugelli (rim jets).

I componenti per la costruzione del motore erano di serie, salvo l'albero cavo e il cono costruito ad hoc e dotato di scanalature a spirale.
Quando il fluido veniva pompato nell'albero cavo a pressioni variabili fra i 300 e i 500 PSI, esso si muoveva nelle scanalature a spirale chiuse nel cono e fuoriusciva dagli ugelli, azione che andava a sommarsi alla rotazione del cono.
All'aumentare della velocità del fluido corrispondeva un incremento della velocità di rotazione del cono; con l'incremento della velocità il fluido si riscaldava, richiedendo uno scambio di calore e un processo di filtraggio.
A una determinata velocità il cono rotante diventava indipendente dal sistema di propulsione e iniziava a operare per conto suo.
Il motore funzionava a regimi pari a 1800-2300 RPM - catturando letteralmente un "tornado in una scatola".
Poco tempo dopo Richard Clem morì per un attacco cardiaco.
Sono stato informato che i suoi incartamenti e modelli sono stati rimossi.
Corre voce che il figlio di Clem abbia portato l'unico modello funzionante della macchina in una fattoria nei pressi di Dallas, dove è stato sotterrato sotto tre metri di cemento e presumibilmente ha funzionato per svariati anni a quella profondità
Il motore fu collaudato dalla Bendix Corporation.
Il collaudo implicava l'allacciamento a un dinamometro onde misurare la quantità di cavalli vapore (HP) generata nella modalità di auto-funzionamento.
Generò 350 HP (in realtà erano 325) costanti per nove giorni consecutivi, fatto che lasciò stupefatti gli ingegneri della Bendix, i quali trassero la conclusione che l'unica fonte di energia in grado di generare una tale potenza in un sistema chiuso per un periodo prolungato doveva essere di natura atomica, oppure derivata da un piccolo motore a combustione interna nascosto.
Ambedue le conclusioni sono contestabili in quanto qualsivoglia arnese atomico avrebbe richiesto un esteso rivestimento di piombo, mentre la sospettata presenza di un piccolo motore a combustione interna nascosto non ha alcun senso, dato che 1 HP = 746 W, quindi 325 HP corrispondono a circa 243 kW; sappiamo tutti quanto è grande un generatore domestico d'emergenza, il quale produce solo 3-10 kW, quindi mi vedo costretto a eliminare suddetta ipotesi.

All'inizio Clem provò olio motore ma scoprì che si scomponeva troppo in fretta a causa dell'elevato calore prodotto dal motore, quindi utilizzò olio per cucinare di mais di Mazola, che avrebbe operato per vari mesi ai richiesti 150°C.
SVILUPPI RECENTI
Verso la fine di ottobre del 2009 l'ex ingegnere aerospaziale Jim Ray ha riferito di aver lavorato per un certo periodo con Richard Clem e di averlo aiutato a costruire il motore nr. 4, il quale non riuscì a replicare l'efficienza del motore originale che Clem aveva distrutto.
Secondo la figlia di Richard, Teresa, la seconda moglie di Clem si era sbarazzata di tutto il lavoro del coniuge e ne aveva svenduto le attrezzature.
Teresa ha riferito di essere riuscita a ottenere un progetto funzionante, tuttavia Jim Ray ne dubita in quanto Clem era assai paranoico e si rifiutava di trascrivere qualsiasi cosa potesse rivelare il suo segreto.
Questo avrebbe senso, non fosse per il fatto che Teresa ha riferito di aver spesso aiutato il padre a disegnare progetti e di possederne uno; affermando inoltre di aver firmato un contratto con il suo avvocato e un professore di una qualche università locale ma ammettendo che nessuno di costoro aveva la minima idea di come il motore funzionasse.
Jim Ray sapeva del motore di Clem e quanto lo avesse perfezionato, costruendo numerosi modelli collaudati e convalidati nel 2004 dalla NASA e dall'Oak Ridge National Laboratory.
Richard Clem costruì e collaudò il primo motore nella sua bottega.
Il motore in questione era privo di valvole o di altri mezzi atti a controllare i giri (RPM) o a interrompere il flusso del fluido della pompa idraulica.
Al primo test iniziò a girare sempre più veloce, e fu allora che Richard liberò il locale.
I giri del motore continuarono ad aumentare sino a quando il motore non esplose".
Per ulteriori informazioni, digitare su Google "keelynet clem" ed esaminare le fotografie delle vetture e dei motori di Clem, fra cui quelle raffiguranti le due automobili (una rossa e una in mezzo all'erba) e il grafico dell'originale turbina di Clem corredata da cifre.
Il secondo motore provvisto di valvole per il controllo del flusso di fluido, installate nell'automobile rossa raffigurata nelle fotografie, una vecchia Ford, la quale fece alcuni giri in città per poi essere abbandonata quando l'albero motore si torse al di là di ogni possibile intervento per ripararlo.
Richard temeva peraltro che la Ford Motor Company rivendicasse i diritti sul suo motore.
Non serve sottolineare che egli era assai protettivo e riservato nei confronti della sua invenzione.
Il terzo motore venne montato nella vecchia carrozzeria situata in mezzo all'erba.
Questa automobile venne presentata alla Texas State Fair e fu oggetto di attenzioni a livello nazionale e internazionale.
A questo punto Richard Clem cominciò a ricevere numerose minacce di morte, fra cui si annoveravano pacchi bomba.
Jim Ray si trovava in loco e ne fu in gran parte testimone, compreso un allarme bomba.
Quindi arrivò qualcuno da Washington a verificare cosa Richard avesse costruito e provato in pubblico, per poi riferire all'inventore che se non avesse distrutto il motore non sarebbe sopravvissuto più di un mese.
Richard seguì tale indicazione, tuttavia nascose alcune delle parti fondamentali in un cumulo di rottami ferrosi sito nel suo retrobottega.
La Bendix Corporation inviò due persone a verificare le emissioni di particolato del motore, per nove giorni di fila, ventiquattr'ore su ventiquattro.
Da Taiwan giunse un gruppo che filmò l'automobile che percorreva la strada avanti e indietro.
Il motore nr. 4 fu quello alla cui realizzazione Ray diede il proprio contributo, dedicandosi anche al recupero delle vecchie parti occultate nel cumulo di rottami ferrosi; venne costruito e montato sull'automobile nell'erba, poiché a quel punto Richard aveva eliminato qualsiasi traccia dei numeri di serie dal telaio e dalla carrozzeria.
Il quarto motore era considerato la nuova versione perfezionata del suo motore idraulico.
Risultava più difficile da avviare; in effetti il motorino d'avviamento alimentato a batteria non svolgeva il proprio compito.
Jim Ray allora spinse Richard lungo la strada alla guida del suo vecchio camion da lavoro, con l'intento di far ripartire il motore della vetusta automobile.
Il motore non funzionò a lungo e ben presto si spense.
Il pomeriggio di un sabato del mese di maggio del 1978 Jim Ray si trovava con Richard, quando quest'ultimo dichiarò di ritenere di aver compreso dove avesse sbagliato dalla prima generazione di motori in avanti.
La mattina successiva Richard fu colpito da un attacco cardiaco e morì.
Non aveva mai definito la chimica o la fisica relative al motore, né lo aveva mai sviluppato al punto di comprovare tutte le conoscenze scientifiche e le teorie ingegneristiche necessarie a inoltre domanda di brevetto e alla commercializzazione.
IL MOTORE CIBC
Come detto in precedenza, il quarto motore era diverso dai primi tre, come confermato da una terza parte di San Antonio.
Dopo vari anni e numerose differenti configurazioni, Jim Ray ha realizzato una copia di questo specifico motore e nel corso degli anni ha cercato di capire quale fosse l'effettiva configurazione del primo motore e in che modo si differenziasse da tale motore di nuova generazione, il quale ad ogni modo, come documentato dalla NASA e dal laboratorio di Oak Ridge della Louisiana meridionale, produceva 10 HP di coppia.
Nel 2005 Jim Ray e uno scienziato della NASA videro su Internet una raffigurazione dell'effettivo primo motore e notarono che disponeva di una doppia camera.
Jim quindi calcolò in che modo costruire tale motore provvisto di doppia camera, ma non disponeva di fondi sufficienti né di un locale adeguato per completare o ricostruire il progetto, dunque optò per concentrare la propria attenzione sulle prerogative chimiche e fisiche del motore originale.
Richard aveva asserito che si trattava di un motore a moto perpetuo tuttavia, dato che un congegno del genere non esiste, Jim intuì che esisteva un qualche fattore sconosciuto nelle equazioni delle leggi della fisica.
Ora la società ha formulato una teoria conforme a tali equazioni e leggi, inerente a cosa facesse funzionare il motore di Richard senza immissione d'aria e/o combustione di qualsivoglia quantitativo o tipo di carburante.
Vedere il documento a firma del Dr. John Scott e di Jim Ray dal titolo "Dissociation of the Molecules in the Vapor of a Bubble Produced in the Process of Cavitation" (www.micro-combustion.com/drscott.html).
Jim Ray ha continuato a studiare il motore di Clem e a comprendere meglio i principi a monte del suo funzionamento.
Si sono presentate domande di brevetto, successivamente aggiornate con le importanti scoperte del Dr. Nguyen e del Dr. Scott (vedere Articles e Tests sul sito web).
Così è possibile constatare che con l'andar del tempo vi è stata una lunga e aspra battaglia finalizzata a documentare e convalidare il processo di dissociazione molecolare che ricorre alla cavitazione di micro-bolle.
Un'altra citazione dal sito web di Micro-Combustion spiega ulteriormente le modalità di funzionamento del motore:
"Il motore Cavitation-Ignition Bubble Combustion (CIBC) è un nuovo ritrovato nell'ambito della tecnologia energetica ecologica, dotato del potenziale di sostituire completamente i combustibili fossili...
L'idea di base a monte di questo nuovo motore è semplice ma rivoluzionaria: esso utilizza una piccola bolla d'aria in un fluido (combustibile) come camera di combustione per comprimere, accendere e catturare l'energia (calore) prodotta dalla combustione del contenuto di aria-combustibile della bolla.
"Il combustibile inoltre risulta essere il fluido di lavoro, che aziona le palette della turbina per estrarre potenza.
Il motore CIBC è in grado di funzionare con quasi tutti i combustibili idrocarburi liquidi, compresi oli vegetali, minerali o riciclati.
"Anche se il motore CIBC è in grado di funzionare con combustibili derivati dal petrolio, questi non sono necessari.
Qualora compresa e attuata appieno, la sua prerogativa di funzionare con combustibili liquidi alternativi ha la potenzialità di trasformare il settore dei trasporti, riducendo o eliminando la dipendenza della nostra nazione dai combustibili derivati da petrolio, di produzione interna o importati...."
Alcuni vantaggi presentati dal motore CIBC della Micro-Combustion sono:
- combustione di una piccola bolla d'aria/vapore per via idrodinamica;
- assenza di emissioni di gas effetto serra;
- principio operativo idraulico e rotatorio;
- nessun bisogno di combustibili fossili;
- può utilizzare qualsiasi tipo di olio o fluido in forma non raffinata;
- compatibile con le nostre attuali infrastrutture delle autorimesse;
- non sono necessari materiali esotici;
- parti mobili assai ridotte;
- compatto e leggero;
- bassi costi di produzione;
- maggiore efficienza rispetto ai convenzionali motori a combustione interna o diesel;
- applicazioni d'impiego universali, compresa quella automobilistica;
- può essere ridimensionato senza compromettere la potenza erogata.
Questo motore è una realtà e rappresenta la prossima incarnazione dell'originario motore di Richard Clem.
Senza dubbio è possibile riscontrare numerose correlazioni nella storia e nella realtà odierna: la dissociazione molecolare di Keely e il suo motore a cavitazione, il motore a implosione Zokwendle di Schauberger, l'idrosonica di Griggs, nonché altre numerose teorie e invenzioni che aggiungono credibilità a queste nuova concezione del motore di Clem.
Immaginate un motore delle dimensioni di una palla da basket che aziona un'automobile, un autotreno, una barca, etc. Inoltre è scalabile, vale a dire che a maggiori dimensioni corrisponde maggiore potenza erogata, di modo che vi sarebbe la possibilità di alimentare treni, navi mercantili, persino aerei; tuttavia l'aspetto più rilevante concerne il suo collegamento a un generatore per produrre tutta l'energia necessaria ad uso domestico.


Aenne




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